La cooperativa è un modello di governance orizzontale e democratico fondato su rappresentanza e partecipazione. Permette di superare la tradizionale diarchia tra direzione amministrativa e direzione artistica su cui si fonda storicamente l’istituto del teatro stabile e di riformare dall’interno il funzionamento della compagnia teatrale, in quanto gli attori e le attrici diventano socie e soci dell’impresa e possono essere coinvolte/i sia nei processi decisionali che nella gestione economica.
La cooperativa permette di perseguire scopi sociali oltre che produttivi. Per molti teatri in forma cooperativa il lavoro con le minoranze – persone con disabilità, detenuti, malati psichiatrici – è elemento fondativo e identitario e contribuisce a definire la visione estetica. L’inclusione sociale è fondamentale per le cooperative che si occupano di teatro ragazzi e teatro educazione, in quanto l’azione teatrale contribuisce alle strategie che la scuola e la comunità educante attuano per incidere sui fenomeni di povertà educativa, dispersione scolastica, integrazione di stranieri di prima e seconda generazione, marginalità e disagio.
La storia dei processi di stabilizzazione e decentramento mostra che l’azione cooperativa avviene in territori periferici, marginali e degradati sul piano ambientale, sociale e culturale. La rigenerazione del territorio in aree rurali, nelle periferie industriali o precocemente impoverite dalla de-industrializzazione accompagna i processi di aggregazione della comunità e di costruzioni di reti culturali ed educative.
La cooperativa può essere uno strumento di intermediazione tra enti sia pubblici che privati. In molti casi gli impatti economici, culturali e sociali si misurano nella capacità di mettere in rete comuni, scuole, biblioteche, musei e altre reti associative. Sul piano strettamente produttivo e artistico la cooperativa esprime le sue capacità di rete attraverso il sostegno a compagnie, gruppi e associazioni e la costruzione, in casi virtuosi, di circuiti produttivi e distributivi.
La cooperativa accoglie competenze trasversali, è aperta al cambiamento e alla co-progettazione, alla costituzione di partenariati speciali, a processi di fusione e a forme collaborative e sperimentali.
La struttura democratica e orizzontale della cooperativa può essere un terreno favorevole al riequilibrio di genere, sia per quanto attiene la rappresentanza che la leadership. Nella storia dei teatri in forma cooperativa si osservano percorsi di professionalizzazione e di empowerment e l’emersione di leadership femminili, soprattutto nell’ambito del teatro ragazzi e teatro educazione. Nelle cooperative di più recente costituzione la consapevolezza del riequilibrio di genere è più forte.