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TIPOLOGIA
cooperativa |
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PERIODO
dal 1976 |
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PROFILO STORICO Il CENTRO R.A.T. (Ricerche Audiovisive e Teatrali) nasce a Cosenza nel 1975 dalla fusione del Workshop Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale e il Collettivo Teatrale di Sperimentazione, due associazioni culturali che già da tempo operavano nel centro storico di Cosenza, coagulando una serie di operatori teatrali che si erano formati a scuole e attraverso esperienze diverse, ma che convergevano in una città del Sud esprimendo un progetto che voleva coniugare il recupero di luoghi e stilemi di una tradizione popolare con gli esiti ultimi della ricerca e della sperimentazione. I soci fondatori sono: Antonello Antonante, Dora Ricca, Annick Bulchaen, Massimo Costabile, Nello Costabile, Francesco "Larry" Gigliotti, Gianni Leo, Riccardo Adamo, Piero Scorpiniti, Anna Ponte. Il 31 agosto del 1976 si costituisce in cooperativa. La scelta di installarsi in una città di Provincia, Cosenza, e in una regione, la Calabria a lungo emarginata dai circuiti teatrali tradizionali è considerato un punto di partenza: non si trattava solo di conquistarsi un proprio pubblico, ma soprattutto di conquistare e gestire un proprio spazio politico e culturale. Il presupposto fu un progetto di lavoro a lunga scadenza, che da un lato stabilisse solidi legami con il territorio, e dall’altro, determinasse anche strutture organizzative capaci di assicurare continuità all’intervento. Si potrebbe definire un processo di radicamento progressivo. Da una parte, quindi, si procedeva con il lavoro creativo e poetico che doveva costantemente mantenersi in continuo e immediato confronto con le altre esperienze del Paese e quelle in atto a livello internazionale. Da qui la decisione di lavorare nel teatro con una struttura professionale: per non correre il rischio di sclerotizzarsi con un'espressione artistica priva di confronti. Dall’altra ci fu la convinzione di un raffronto serio e serrato con il territorio, che ospitava questa esperienza nuova e innovativa, e tutti i suoi conseguenti aspetti sociali con i quali il Centro R.A.T. di fatto conviveva e si incrociava. Il Centro R.A.T. nella sua storia oltre che nel momento peculiare della propria produzione, ha sempre affiancato la gestione di spazi teatrali con l’organizzazione di rassegne, stagioni, eventi ecc. Anzi questa necessità di avere una propria casa per produrre, promuovere e programmare è stata così importante che ancora oggi, a distanza di venti anni il racconto avviene attraverso gli spazi fisici gestiti e promossi: il Playcentro, il Vecchio Municipio, la Tenda, l’anno nel Rendano, l’Acquario, la sala Julian Beck. Dodici metri per quattro, il Playcentro, piccolo spazio in Corso Telesio, fungeva da Cineclub, da teatro, ospitava musica, era sede del laboratorio teatrale di formazione del Centro. L’attività cresce, il Centro R.A.T. nel tentativo di scuotere cittadinanza e Amministrazione Comunale, nel 1976, procede con un atto “sovversivo” occupando l’ex Municipio di Cosenza. Il periodo dell’occupazione è anche il periodo del Progetto di Contaminazione Urbana, di invenzione degli spazi della città in termini creativi e artistici. Sono presenti i 40 componenti del Living Theatre, storica formazione di ricerca fondata e guidata da Julian Beck e Judith Malina che ha profondamente innovato il teatro mondiale, e della Comuna Baires, teatro laboratorio. L’incontro con il Living ha significato molto nella crescita artistica e poetica sia per il Centro che per i singoli componenti. In quei giorni in città ci fu una rivoluzione pacifica. Gli attori d’oltreoceano misero a ferro e a fuoco quella che, fino a quel momento, era stata una città sonnolenta. In quel clima di movimento gli attori della cooperativa si ponevano come obiettivo di entrare direttamente nel sociale, di stimolare la altrui partecipazione, verso un teatro di comunità, con l’intento di creare un centro polivalente e permanente di animazione-culturale. Il Centro polivalente si presenta come luogo di animazione sociale per uno scambio di conoscenza dove la cultura non si consuma, ma si produce. Terminata l’occupazione con la promessa da parte dell’Amministrazione Bruzia di ristrutturare lo stabile - promessa mai mantenuta -, gli operatori culturali si ritrovano senza uno spazio adeguato. Capitò a Cosenza un circo di periferia “Circo Marius”, il cui tendone era in vendita. Il Centro R.A.T., in mezzo alle cambiali, ebbe così un “tendone” sopra la testa. Una mattina la città si svegliò con questo fungo colorato in via Caloprese: tra interesse e disappunti era sorta la “Tenda di Giangurgolo”. Il carattere circense della struttura implicò e influenzò gli spettacoli seguenti, che vennero pensati innanzitutto a pianta circolare. Iniziò in tal modo il periodo di riscrittura popolare. È il momento di oltrepassare i confini degli spettacoli precedenti. È il momento del ritorno al rituale, alle danze apotropaiche, ai miti orfici della Koinè culturale e culturale calabro-magno-greca. Ma la “tenda” non è solo sinonimo di teatro, c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella delle serate passate facendo la guardia al tendone, a scaldare all’interno, per far sciogliere la neve depositata sul tetto, di montaggio e smontaggio da una parte all’altra della città. Il 31 Dicembre del 1979 l’anno termina con un brutto regalo, una tromba d’aria recò danni irreparabili al tendone, e la conseguenza di rimanere, nuovamente senza una casa. L’Amministrazione ospita il Centro R.A.T. al teatro Rendano per l’allestimento del nuovo spettacolo. Dopo una lunga tournée come avveniva molto spesso in quegli anni, il Centro R.A.T. si ritrova con il problema dello spazio. Individuato nel 1980 il locale attuale, nel marzo del 1981 viene inaugurato il Teatro dell’Acquario. Regolarmente finanziato, sin dal 1976, dal Ministero di Turismo e Spettacolo, il Centro R.A.T. compirà un ulteriore passo avanti nel 1987, anno in cui è riconosciuto, sempre dall’allora Ministero, come Teatro stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale. Il riconoscimento, ottenuto grazie alla professionalità dimostrata e al lavoro fino a quel momento svolto, proietta il Centro R.A.T. tra i 14 Centri di Ricerca di livello nazionale. Un’altra struttura viene aperta in questi anni La Sala Julian Beck che comprende oltre alla sede organizzativa del Centro, una sala prove, un Centro Studi per le Arti, e una sala per mostre, recital, performance, incontri. Non mancano in questo periodo e negli anni futuri le tournée all’estero. Nascono rapporti con i teatri europei, in particolar modo nei paesi dell’Est, che permettono di replicare spettacoli in Polonia e nell’ex Unione Sovietica – Armenia. Nell’aprile del 1999 con l’inaugurazione del C.I.F.A. (Centro Internazionale Formazione delle Arti), all’interno di un chiostro nel Centro Storico di Cosenza, il Centro R.A.T. si propone di costituire un Luogo di Formazione ad alto perfezionamento per artisti, operatori e tecnici dello spettacolo in genere.
IDENTITÀ Nella sua storia il Centro R.A.T. ha intrecciato la produzione di spettacoli con il lavoro di animazione territoriale che si è, in alcuni casi, manifestato con un intenso attivismo politico. Fondamentale è l’influenza del Living Theatre. Nelle produzioni affrontano la ricerca antropologica, la riscrittura del popolare, la sperimentazione di nuovi linguaggi, il teatro di poesia. Di ampio respiro anche l’attività di promozione: spettacoli creati appositamente per i ragazzi, dalle scuole elementari fino alle medie secondarie; laboratori teatrali, che spaziano dal lavoro sull’attore vero e proprio, fino ad arrivare alla comprensione delle tecniche di costruzione (dai pupazzi alle scenografie); corsi di formazione professionale destinati a chi vuole intraprendere un lavoro nel campo teatrale.
COMPLESSI ARCHIVISTICI PRODOTTI Statuto, Atto costitutivo, Verbali di assemblee, Copioni, Programmi di sala, locandine e manifesti, Rassegna stampa, Materiale fotografico, Materiale audiovisivo, Riconoscimenti e premi VALORI COOPERATIVI Le decisioni sono prese in modo condiviso/partecipativo/ democratico, La cooperativa applica delle politiche di riequilibrio di genere, La cooperativa applica politiche di inclusione sociale, Le attività della cooperativa contribuiscono alla rigenerazione del territorio, La cooperativa lavora in rete con altre realtà. |